Ho visto con piacere che la mia considerazione (Lega: vale ancora il motto “Padroni a casa nostra”?) è stata ripresa sabato dal Giorno in un articolo dedicato al clamoroso pasticcio leghista.
Questo episodio rivela il vero volto della Lega: altro che autonomia e localismo! Quanto accaduto a Paderno Dugnano mostra che l’apparato centralistico di via Bellerio calpesta la sezione cittadina in nome (probabilmente) di interessi e pressioni superiori.
Il dominus della politica padernese (Marco Alparone) non può tollerare che diventi sindaco una persona autonoma e sensata come Rodolfo Tagliabue, perché non si presta ad essere facilmente manovrato, perciò renderebbe difficili alcune operazioni che sono a metà del guado (leggi ampliamento Carrefour ma probabilmente anche area Scaltrini).
Non sono un indovino, ma immagino che dietro al voltafaccia del commissario provinciale Mauro Andreoni ci sia l’opera di convincimento portata avanti da Alparone e da quanti vogliono continuare ad avere mano libera in Comune.
Mi dispiace per Rodolfo Tagliabue: l’ho sempre considerato una persona retta e disponibile al confronto.
Se la Lega non riconosce i suoi uomini migliori, non è un buon segno per la nostra città.
Con questo atteggiamento la direzione provinciale di via Bellerio dimostra di essere una forza accentratrice e per nulla territoriale. Cosi facendo ha sconfessato l’identità della lega oltre la sezione locale, che ha espresso a maggioranza il nome del candidato amato in tutta la città. Capisco le pressioni che arrivano dai piani alti dei loro alleati, ma liquidare un candidato come Rodolfo Tagliabue, significa non capire nulla.
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